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6 novembre 2009 5 06 /11 /novembre /2009 12:43

Artigianato-rame-cotone.jpg 

Nella foto: creazione artistica di Anna Rinaldi dal titolo "sedia a dondolo con portagiornali"

 

Quante volte in passato, per vergogna o ignoranza, non abbiamo valutato i nostri diritti?

Tutto questo oggi non succede quasi più, può accadere solo per lasciar perdere, per evitare discussioni, ma non sempre si può; pensate cosa ci è successo il sabato sera del 23 marzo 1991 alle ore 21 (a proposito, dove eravate voi?):

io e tutta la mia famiglia ci trovavamo in un grande supermercato, è successo un patratrac (vi piace questa parola? Fa pensare ai fuochi artificiali di Natale, vero?) e sono stata costretta a far sentire la mia voce (no, non pensiate che abbia cantato, visto che oltre alle poesie scrivo canzoni, sarebbe stata una gioia farlo per le cassiere, che stanno un giorno intero sedute alla cassa e sotto le luci al neon; e chissà come possono sentirsi a sera, anche se per fortuna fuori dal lavoro ognuno ha la propria vita), ma come mai?

Ora vi spiego tutto dal principio:

A Natale avevamo comprato un proiettore che per loro e nostra distrazione era sprovvisto del cavo per la presa della corrente elettrica; mio marito e il nostro primogenito Gianluigi sono corsi a ritirarlo e subito tutto era a posto, anche le sedie in due file per due come se si fosse stato al cinema e l’atmosfera in sintonia; dopo tanta fatica per avvolgere la bobina automatica mal funzionante che in linguaggio industriale si chiama pizza, come quella vera, alla napoletana, alla margherita, alle quattro stagioni e al prosciutto e funghi, non mancava nulla era tutto perfetto.

No! Il film si vedeva capovolto, i personaggi salivano la montagna a testa in giù sembrando degli acrobati e io che saltavo una staccionata rappresentando la leggerezza, tanto da sembrare la pubblicità dell’olio o dell’acqua, correvo all’incontrario e con i piedi all’insù, più leggera di così!

Il giorno seguente riuscimmo finalmente a guardarlo per cinque minuti senza particolari problemi, dopodiché il proiettore si ruppe e odorava di bruciato; glieo riportammo per farlo aggiustare, ci dissero che l’avrebbero riparato in una settimana, ma dopo tre mesi non era ancora pronto, così lo barattammo con un buono dello stesso valore, ci accingemmo a fare gi acquisti in fretta e furia perché era quasi ora di chiusura e arrivati alla cassa ci fu una sorpresa, non volevano scalare a spesa da buono che non si poteva dividere, andava speso tutto in una volta e chi ce l’aveva firmato era andato già via, ma per fortuna giunse il direttore e ci diede ragione, fu anche per galanteria? Ma, sta di fatto che riuscimmo nel nostro intento.

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Published by Anna Rinaldi