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8 dicembre 2009 2 08 /12 /dicembre /2009 19:42

Ecco che cosa manca ai ragazzi di ogni età per poter comunicare, osservare, imparare e insegnare, correre, cantare, gridare, ridere e piangere, essere compresi e comprendere, saltellare, gioire e sognare …

Il mondo umano possa capire che con tutte le loro ricchezze hanno tolto le cose più semplici, le strutture che univano il ricco al povero, dove anche l’anziano trovava il gusto del piacere nell’ammirare i ragazzi senza sentirsi estraneo, dove ogni adulto si poteva offrire come maestro; c’era sempre bisogno di un volontario adulto che stesse alle loro ingenue richieste, dove non c’erano porte e dove non si doveva pagare l’ingresso, dove non c’era un regolamento imposto e fisso, dove ogni gruppetto improvvisato giocava senza bisogno di conoscersi con tutti: era il gioco che li univa.

Spensieratezza: dove il vicolo serviva ad imbandire lunghi tavoli e i bambini a mangiare, tutto fatto al momento e collettivamente;

spensieratezza: dove tutti sapevano giocare, anche gli adulti; come la signorina Ida, che aveva solo 14 anni, ma agli occhi di una bambina sembrava già una signorina, che con fare atletico mi scavalcava e si gioiva insieme nell’attesa del gioco tra adulto e bambino; è importante fare o creare qualcosa con le proprie mani per quelli che amiamo componendo anche dei piccoli versi poetici e canzoncine per una sensazione piacevole ad entrambi;

spensieratezza: nell’aia dove venivano sbattuti i fagioli, nei cortili dove galline e galli pizzicavano qua e là, nelle stalle dove andavi a prendere il latte che il contadino mungeva in quel momento e mentre si parlava del più e del meno si aspettava che il secchio si riempisse di quel latte profumato e schiumoso; grazie ad un vitellino appena nato ci veniva regalata la cagliata dal sapore inconfondibile: era un regalo raro, non tutti i giorni nasceva un vitellino.

Quante cose non hanno sotto i loro occhi i ragazzi d’oggi, poi sento dire che hanno tutto; certo! A pagamento! Ma non tutti possono permetterselo e ricchi e poveri si sentono soli.

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Published by Anna Rinaldi